lunedì 13 ottobre 2014

Gli angeli del fango.



Nella notte di giovedì scorso la mia amata Genova è stata colpita dall'ennesima inondazione.
Ancora una volta, colpevolmente, non è stato fatto nulla per rendere più sicura questa splendida città e i suoi meravigliosi cittadini, gente poco incline alle chiacchere per natura, gente che si è tirata su le maniche, ha buttato via tutto ciò che il Bisagno ha distrutto, e si è fatta forza per ricominciare daccapo.
La paura però è quella di lavorare per nulla.
Quando avverrà la prossima alluvione? Perderemo di nuovo tutto?
Sabato e domenica sono stato in mezzo al fango per aiutare amici che hanno le loro attività in centro, in via Granello, dove l'acqua è arrivata all'altezza di un uomo.
Ho visto centinaia e centinaia di ragazzi, di adolescenti spalare fango con il meraviglioso vigore della loro età.
Ho visto persone piangere disperatamente nel vedere trasformato il loro negozio in un mare di melma fangosa, che ha ingoiato senza pietà qualsiasi cosa.
Non ho più il vigore per spalare il fango, ma ho le competenze e le capacità per riattivare impianti elettrici e idraulici ed è stato questo quello che ho fatto: ridare la corrente a gente disperata, che spalava il fango con le lacrime agli occhi, al buio.
Forte della mia lunga esperienza ho lavato tutti gli impianti, prima che la corrosione li rendesse definitivamente inutilizzabili, li ho asciugati e riattivati, ho fatto ripartire banchi frigo, lavastoviglie, macchine del caffé, boiler, tutto totalmente sommerso.
Sono cose importantissime che permetteranno loro di ripartire al più presto possibile; ora sorrido mentre li vedevo increduli mano a mano che riaccendevo un'altra macchina, una fila di luci. Il tutto in silenzio, e velocemente. Ma il rischio è stato enorme, ero con i piedi nell'acqua, uno sbaglio e sarei rimasto attaccato lì (e forse qualcuno avrebbe pure gioito).
Mi rammarico solo di non aver avuto altre cento braccia, per aiutare tutti gli altri.
Oggi ho la schiena a pezzi, sono imbottito di antidolorifici, ma ho una gioia nel cuore che raramente ho avuto in vita mia: il loro sorriso, qualche lacrima, la sensazione di avere fatto una cosa bella ed importante.
Aiutare gli altri è fondamentale, importantissimo, perché gli altri siamo noi. Se ignoriamo gli altri, moriremo a poco a poco anche noi.
Non so se riuscirò a pubblicare qualche foto, i lavori per pulire la città procedono velocemente e per tutta questa settimana non potrò tornarci.
Resta il fatto che vedere queste scene in televisione ci dà una visione fredda e distaccata della gravità di questi eventi: esserci in mezzo, provare empaticamente il dolore degli altri, sentirsi impotenti di fronte alla natura ed arrabbiati contro la politica malata è una cosa che non può essere descritta.

Abbraccio la mia città con le lacrime agli occhi, ma col cuore gonfio di speranza.


Aggiornamento 19 ottobre 2014

Ad una settimana di distanza dal disastro, la città è ancora ben lontana dalla normalità.
La centralissima via Brigata Liguria è ancora chiusa al traffico, i negozi alluvionati, ora ripuliti dal fango e svuotati del loro contenuto sono chiusi. I vigili del fuoco stanno ancora svuotando i pacheggi sotterranei del centro totalmente sommersi dal fango.
I negozi svendono sottocosto la merce alluvionata in mezzo alla strada.
Tutto ciò che il Bisagno ha ingoiato è stato ammucchiato in Piazzale Kennedy, una immensa discarica in centro città, ed è sotto il controllo della Polizia, per cui è impossibile avvicinarsi (ho scattato attraverso la rete di recinzione).
Ho deciso di mostrarvi qualche scatto, un pò a malincuore, per mostrare quali siano le conseguenze di decenni di malgoverno in liguria.








Ho deliberatamente scelto di usare un ultragrandangolare per esasperare la sensazione degli spazi violentati dalla furia del torrente.

Visto che comunque il mio è un blog fotografico, ho deciso di mostrarvi quale sia l'incredibile capacità risolvente del Biogon Hasselblad.
Questo è un ingrandimento del primo scatto:



La leggibilità dei dettagli, nonostante la scansione, è stupefacente. Vi ricordo che il Biogon 38 equivale sull'angolo di campo verticale ad un 16mm sul piccolo formato.

5 commenti:

  1. Sandro, sono disperata, non trovo il tuo numero, chiamami, sono preoccupatissima per te.
    Sò che sono giorni difficili, ma sò che sei una persona eccezionale a cui voglio un mondo di bene.
    Ti abbraccio forte forte e aspetto con il cellulare in tasca tue notizie.
    Lidia

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  2. Ciao Sandro,
    grazie a te e a tutti i volontari che ci stanno aiutando a rialzarci. Sto vivendo sulla mia pelle questa tragedia, l'alluvione si è portato via il magazzino e il laboratorio informatico della ditta per cui lavoro. Nella nostra via sono arrivati un esercito di ragazzi con efficenza e impegno indescrivibili.
    Grazie, grazie, grazie

    Paolo ex ilcalmo

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  3. Ciao Sandro,
    grazie per il tuo commento sul disastro di Genova.
    Volevo chiederti se la scelta del contrasto morbido delle foto del post-diluvio è dipesa solo dalle condizioni della luce presente o l'hai voluto ottenere in sviluppo.
    Grazie

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    1. Grazie Francesco. Il contrasto di alcune foto è più basso perché sono dei controluce pieni. Avendo fatto sullo stesso rullo anche scatti con la luce alle spalle non ho potuto adeguare lo sviluppo alla situazione, altrimenti avrei avuto gli altri scatti troppo contrastati. Come sai è certamente meglio il digitale.

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  4. Le prime foto mi ricordano il film Wall-E, un cartone ambientato in un futuro in cui la terra era disabitata e sommersa dai rifiuti, prevaleva il color ruggine. Era a colori naturalmente quel film ma la luce sembrava quella da te congelata nelle foto che ci hai presentato e l'ambientazione, poi, drammaticamente la ricorda.
    Forza Genova.

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