Ogni corredo fotografico che si rispetti dovrebbe permettere al fotografo di raccontare storie in modo diverso, esattamente come un determinato registro vocale era usato dai sommi compositori del passato per narrare le vicende librettistiche in modo emozionante.
Sabato e domenica, approfittando della bella giornata dall'apparenza primaverile, mi sono girato a piedi la Superba, usando prima il superachromat 250, e poi il distagon 40.
Ognuno dei due racconta la città in modo diverso, reboante e squillante il distagon 40, come la voce di un tenore, profondo ed intenso ma circoscritto il superachromat, come la voce di un baritono.
Un tempo avrei pensato che i due mondi non potessero avere punti di contatto. Invece alla fine ciò conta è il racconto in sé, con tutte le sue sfumature e con la bellezza della varietà del timbro, ottico o vocale che sia, poco importa.
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Superachromat 250 |
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Distagon 40 |
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Superachromat 250 |
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Distagon 40 |
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Superachromat 250 |
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Distagon 40 - resta un mistero come abbiano potuto stendere quella biancheria... |
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Superachromat 250 |
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Distagon 40 |
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Superachromat 250 |
Quel che è certo è che Genova è una città stupenda, al pari delle ottiche Zeiss per Hasselblad, che riescono a stupirmi ogni volta.
Aggiornamento 30 marzo.
Ancora
qualche scatto con il superachromat: mi rendo conto che faccio una
fatica bestiale a far assomigliare queste misere scansioni alle stampe.