mercoledì 17 dicembre 2014

Il mare d'inverno.



E' maliconico, sincero, a volte violento, mai sicofante.

Non deve ancora compiacere orde di turisti con una pettinatura alla moda.

E' poesia pura, è contemplazione, è amore.

Canon T90, FD 85/1.2 SSC Aspherical

Aggiornamento 18 dicembre


Sono tornato sul luogo con l'hasselblad perché ne sono rimasto colpito, dopo mesi e mesi di pioggia.

Che dire dei tronchi che il mare ricaccia sulla spiaggia?

C'è da perdersi nelle loro forme, nella tessitura del legno, della sabbia,  ci si possono vedere dentro le cose più strane!


Sonnar C 150

La capacità che gli obiettivi zeiss hanno di scavare nelle ombre e restituire una gamma tonale coerente e stupefacente è unica al mondo.
Poveretti coloro che ricercano queste doti nel digitale, e non trovandole pasticciano con photoshop, generando immagini incoerenti e contrastate oltre ogni ammissibile logica e decenza.
Vorrei consigliare loro di levarsi la mortadella dagli occhi, ma temo sia fiato sprecato: l'ingordigia ammazza la ragione.


Il pescatore, e l'involo dei gabbiani all'arrivo del treno.








20 Gennaio 2015

Ci sono tornato ancora, e ancora, e ancora.

La luce sul mare d'inverno cambia velocemente, ed insieme al vento mutevole concorre a formare ogni volta un quadro diverso, una suggestione diversa.
Dopo il primo scatto pubblicato a dicembre avevo voglia di rifotografare il grande albero addormentato con l'hasselblad ed il planar, per avere un negativo da stampare in grande formato.
Da allora però non ho mai avuto quella luce, quelle nuvole, quell'acqua.

Fino a ieri, quando l'arrivo imminente di un temporale con il cielo plumbeo, la pioggia che formava colonne verticali al largo, ed il sole ancora splendente che squarciava le nubi con fasci di luce, ha creato una  nuova magia.







Per i miei lettori più affezionati voglio far vedere qualcosa che è stupefacente, ossia l'ingrandimento dei due pescatori sulla destra nella prima foto:




Osservando le canne da pesca penso che ci sia soltanto da tacere ossequiosamente sulla qualità di obiettivi creati 40 anni fa.




Aggiornamento 29 gennaio.

Ancora il mare, ancora quell'incredibile atmosfera che crea ogni volta che cambia il tempo.


Si tratta di una pellicola Adox Pan da 25 ASA, alla faccia degli inutili "iso" venduti ormai a chili sulle macchine digitali.
Osservate in questo ingrandimento cosa c'è al centro dell'immagine, nella zona più chiara, laddove una fotocamera digitale restituirebbe una tristissima macchia bianca indistinta:






Non solo c'è ancora dettaglio, ma si distingue nettamente una piccola barca a vela.

Ancora una volta il Planar del 1973 mi lascia attonito e sempre più convinto che la perfezione in fotografia è ormai alle nostre spalle da decenni.







6 commenti:

  1. Questa mi colpisce veramente molto!

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  2. E' davvero poesia il sonno immobile dell'albero nel lento respiro dello specchio d'acqua addormentato.
    Stupenda composizione. Molto complice anche la linea di nuvole, scesa a cesellare un fondale perfetto.
    (Hai usato un filtro?)
    Intrigane ed ipnotica l'immagine riflessa con quel ramo orizzontale a sx che disegna quella strana geometria e quella piccola foglia rotonda che esiste nel riflesso in basso ed è nascosta tra i rami in alto.
    Infine, tutta questa immensa quiete, distrutta da quell'esagitato uccellaccio che rientra gasato dalla sua battuta di pesca d'altura!
    Gran bella foto, si fa davvero guardare.
    Giuseppe

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  3. Occhio che con tutti quei gabbiani potresti essere tentato dall'avifauna! DIGGGITALEEEEE!!!!!
    Scherzi a parte anche la terza è stupenda.

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    1. Beh, perlomeno non sono congelati in aria con pose assurde e lo sfondo pasticciato con photoshop, che quando glielo fai notare si incazzano come i bambini a cui hai rubato le caramelle...ma sai...sono le regole "dell'avifauna"....quei babbei si rinchiudono in un recinto fatto da loro stessi e si pisciano uno sulla testa dell'altro.
      Grazie per la benevolenza Francesco!

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    2. Grazie a te per le lezioni di fotografia che ci regali

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