domenica 31 maggio 2015

Assoluta eccellenza.

Sto parlando ovviamente del sistema Hasselblad, ed ancor più palesemente della serie di obiettivi con cui la macchina fu presentata al mondo, gli obiettivi serie C in finitura cromata.

Avete già potuto ammirare le strepitose prestazioni del planar, ed ora vi mostro le stupefacenti doti del sonnar 250 f/5.6, che avevo a corredo già da tempo, ma che necessitava di una messa a punto particolare, perché mi ero reso conto di un problema al diaframma che non mi è stato facile risolvere. In attesa di comprendere l'errore che provocava la richiusura parziale del diaframma dopo il caricamento dell'otturatore, avevo accantonato questo gioiello pensando che prima o poi lo avrei riparato. E in effetti mi ci è voluto un tempo piuttosto lungo, ma alla fine l'ho riportato al suo splendore iniziale.

Ecco il suo schema ottico:

Lo schema della versione cromata e di quella nera è identico, cambia solo il trattamento antiriflesso.



Il suo banco di prova è stato difficile, oggi pomeriggio mi sono imbarcato sulla nave per turisti che fa il giro del porto e funziona anche da navetta verso Pegli.
Partendo da casa il tempo era piuttosto nuvoloso, ma faceva presagire un miglioramento, così, accantonata l'idea della diapositiva, ho caricato nel magazzino un rullo della famosissima Tri-x 400, ed ho portato il filtro giallo leggero da mezzo stop, ed il paraluce convenzionale, visto che non posseggo ancora la maschera appropriata da usare sul compendium. Fortunatamente il ristretto angolo di campo lo rende meno sensibile ai riflessi parassiti.
Durante il corso della navigazione è poi uscito il sole costringendomi sugli ultimi scatti ad aumentare l'esposizione di un paio di stop.

I risultati sono impressionanti: la sensazione di ariosità, di nitidezza, della estensione tonale è tale da provocare uno stupore genuino, pensando nel contempo che si tratta di un obiettivo costruito nel 1958.
Anche esso, come il planar, riesce a leggere le ombre in modo straordinario e ricostruisce fedelmente l'atmosfera della scena fotografata. Roba da non credere.

Per contro è lungo e pesante, e montato sulla macchina è al limite della portabilità. Ma che soddisfazione poi osservare i negativi!

Ecco qualche scatto.



il "solito" banco di prova



impressionante notare il pennone bianco su sfondo bianco...
no comment, vero?




questo è ciò che resta della sciagurata Costa Concordia


impressionante notare le quattro funi del bozzello e poterle contare distintamente
 






Poi qualche scatto a terra, dove, a distanza ravvicinata questo sonnar rende gli oggetti così tridimensionali da poter immaginare di toccarli.

Non parliamo poi dello sfocato. Un obiettivo f/5.6? Ma oggi chi lo comprerebbe?
Ve lo dico io, lo compra chi di fotografia se ne intende davvero, lasciamo ai babbei l'uso delle cazzabubbole a tutta apertura facendoli illudere di essere artisti.






Ed ora che è nuovamente in forma lo aspetta una prova difficile: la diapositiva...scommetto che siete curiosi!

P.S.: l'effetto bordo intorno ai lampioni è una bugia dello scanner, sul negativo non c'è, ma le stampe, come sempre, diranno la verità.



Aggiornamento 3 giugno 2015.


E' arrivata la prova del colore, ed anche questa, pur con i limiti di una scansione, dimostra che l'assoluta eccellenza è veramente assoluta, e che probabilmente a partire dal 1957, la qualità degli obiettivi Hasselblad è andata calando, progressivamente ed inizialmente lentamente, poi in modo decisamente vistoso a partire da quel 1982 in cui fu deciso di eliminare i vetri al piombo ricalcolando tutti gli obiettivi e dotandoli di un barilotto molto più (inutilmente) ingombrante e di aspetto "plasticoso", sostituendo le lettere incise con semplici serigrafie.

Non solo la prova del dettaglio è stupefacente, ma lo è anche la resa generale del colore, così delicato e naturale da restituire, anche in questo caso, l'essenza della scena fotografata.

Avrei voluto mostrarvi gli splendidi giardini romantici della Villa Durazzo Pallavicini a Pegli, ma arrivato colà ho scoperto -ahimé- che non solo erano chiusi da 3 anni, ma che nessuno sa dire quando verranno riaperti; il museo archeologico, aperto al pubblico, non ha minimamente ripagato la delusione: è la solita gestione del patrimonio italiano che dà il voltastomaco.
Ho dovuto ripiegare quindi su anonimi scatti di prova, visto che ero uscito con l'espressa intenzione di provare il sonnar con il colore e non avevo nessuna intenzione di rinunciare.

Iniziamo con il colpo del cannone.





E' incredibile notare  non tanto il gabbiano reale con il suo occhio attento, ma la rete anti-piccioni che in presa non avevo proprio visto e che sulla diapositiva ad occhio nudo non si vede.



E su questo scatto c'è da dire qualcosa che potrebbe lasciare il segno: mi sarei aspettato da un obiettivo così datato una forte componente di aberrazione cromatica. Invece è così contenuta da risultare praticamente invisibile. Per contro gli obiettivi successivi T*, ne sono affetti in maniera più marcata, per non parlare dei pur rinomati canon FD serie L, che hanno una quota di aberrazione cromatica, sulle lunghe focali, molto più spinta, al limite del fastidioso.


Come è noto in una giornata di sole con le ombre nette del primo pomeriggio, i contrasti sono particolarmente forti, accentuati dalla natura della diapositiva che tendendo a perderne in proiezione è progettata per aumentarlo naturalmente.

Osservate la delicata resa di un contrasto di metà pomeriggio di Giugno.



I soliti dettagli


Signora in bikini & barchetta





Le conclusioni?

Beh, penso che ci sia poco da aggiungere...

2 commenti:

  1. Amo in modo viscerale lo schema ottico Sonnar.
    Ho modo di apprezzarlo nel pur limitato mondo digitale e nella versione per Contax.
    Ti ringrazio per il tuo continuo lavoro di divulgazione di simili gioielli.

    Ciao
    Filippo

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  2. molto belle, sarei curioso di vedere un paio dei bianco e neri stampati, in particolare l'ultimo e il terzultimo devono essere spettacolari.

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