Non sarà mica invece quel manico che vi hanno infilato in mezzo alle chiappe da quando è arrivato il digitale? Comodo, pratico, alla portata di tutti, grandi e piccini.
Giusto oggi sul giornale di Genova appare un titolo allarmante: un ragazzo su due perde le sue notti dietro ad internet, magari cercando di farsi pagare pseudo spettacolini porno fatti con l'occhio di HAL9000.
Eh no, ragazzi, vi hanno raccontato un sacco di balle. Le foto belle si fanno con attrezzatura di alto livello, scordatevi ogni scorciatoia proletaria, perché non esiste, non è mai esistita, non esisterà mai.
Certo, oggi le capacità di giudizio del volks, complice l'imbecillità informatica diffusa, sono assai offuscate, basta farsi un giro per le vetrine dei fotografi di matrimonio, ed osservare quali pazzesche porcate espongano per attirare i clienti, roba nauseante.
E giusto per farvi vedere cosa si può fare con qualche giocattolo d'annata, oggi svenduto a 4 soldi, ma che richiede ben altre cognizioni che l'uso del piccì per estrarne qualcosa di buono, vi mostro qualche scatto effettuato con un Tele tessar 500 per Hasselblad del 75, un oggetto di dimensioni notevoli e tutt'altro che facile da padroneggiare a mano libera, ma che riesce ad estrarre il soggetto dal caos, rendendo quest'ultimo partecipe di una composizione da sogno, che nessun photoshop di questo mondo, né oggi né mai, potrà darvi.
Per chi volesse sapere di cosa stia parlando, consiglio l'articolo dell'amico Marco Cavina.
Buona visione (e non schiattate, mi raccomando, la mia è soltanto ironia, nulla più).
Foglie di magnolia a 3.5m con tubo di prolunga 55 ad F/16, vi prego di notare lo sfuocato e lo stacco netto tra il piano di fuoco e lo sfondo. |
Fondo valle a 4km di distanza. F/16 notate i ciclisti sulla statale. |
Aggiornamento 28 settembre.
Visto che le foto di prova hanno suscitato le lamentele dei soliti incontentabili, ho fatto qualche altro scatto con questo incredibile Teletessar, che se non fosse così ingombrante, sarebbe al mio seguito perennemente.
E' un obiettivo con un carattere multiforme che può sfornare immagini dal carattere diversissimo.
Si va dalla incredibile tridimensionalità dei piani di fuoco, unita alla morbidezza dello sfocato dello sfondo:
Ma quando lo si usa per comprimere violentemente i piani, riesce a far uscire dal nulla elementi che diventano fulcro dell'immagine, come l'uomo che dà il carburante alla nave (a circa 500m di distanza), che se ripreso con qualsiasi altra focale sarebbe invisibile:
Se poi andiamo a guardare da vicino si notano anche gli spettatori...
Usato in controluce genera immagini di tutt'altro impatto:
Mantiene però, nonostante il controluce una resa dei dettagli fini ed una separazione dei toni ancora ragguardevole, basti guardare il traliccio in primo piano, che si staglia contro la base della lanterna, e del quale si legge alla perfezione la struttura grazie al tono più scuro.
Ora, se non fosse stato chiaro precedentemente, questa dovrebbe essere una buona notizia: attrezzatura di altissimo livello che si trova ancora per quattro soldi.
Se invece comprate l'equivalente odierno (per esempio un 300/2.8) spenderete una vera fortuna ed otterrete immagini stucchevolmente tutte uguali tra loro. Fatevi un giro dove fotografano insetti: sfondi inesistenti ed incoerenti, ma bramati e definiti addirittura "burrosi", dettagli così fitti da risultare assolutamente artificiali. Insomma, parliamo di foto di m....
Vi faccio riflettere soltanto su un fatto: negli anni in cui si dava importanza alla qualità, le fotocamere venivano costruite con tolleranze di lavorazione strettissime (un decimillesimo di mm per hasselblad, 2 millesimi di mm per canon). Oggi le parti meccaniche sono di plastica (pomposamente chiamata "ad alte prestazionI", oppure quando il manico è più grosso, in magnesio). Tanto in prima battuta c'è l'autofocus, ed in seconda photoshop. Hanno voglia i poveracci di lamentarsi nei forum perché manca la nitidezza... ah... già, si mette dopo.
Quasi dimenticavo: queste ultime foto le ho scattate senza esposimetro, lo avevo scordato a casa... vogliamo parlare dei bianchi?